È difficile fare un resoconto completo di quella che è stata la serata di ieri, pochi intimi, vino sublime, tranquillità ed un interessantissimo confronto sulle bottiglie, ancora coperte per evitare condizionamenti di ogni tipo.
In sette hanno risposto alla prima degustazione organizzata “inter nos” in attesa del ripristino delle degustazioni “ufficiali” del mercoledì, con la presentazione dei vini da parte delle aziende produttrici.
Sassicaia vs Burdese
Due nomi, due territori, due vitigni (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc per entrambe le etichette) mescolati sapientemente in percentuali diverse. Quanto riesce a suggestionare il “marchio di fabbrica” ma soprattutto le opinioni “della maggioranza“? Un esperimento sociale oltre che gustativo.
Le bottiglie sono state coperte, lo stesso Lello ha cercato, ed è riuscito, a nascondere e dimenticare quale fosse il “vino 1” e quale il “vino 2“. Nessuno quindi sapeva qual era il vino da 170€ e quale quello da 24€.
Abbiamo subito provato a percepire i colori ed i profumi, le differenze fra i due vini diversissimi nonostante fossero composti dagli stessi vitigni, taglio bordolese. Liquirizia, cacao, frutti rossi, spezie, erba e sottobosco, cuoio, stalla, vernice.
Poi il sapore, il primo più delicato, dai tannini moderati; il secondo più irruento, pieno, intenso.
Sono così iniziate le scommesse su quale fosse il Sassicaia, la maggioranza, fin da subito ha puntato sul “vino 1”, solo Lello e qualche altro erano orientati sul “2”, ma durante il confronto quasi tutti, anche Lello, hanno concordato sul fatto che il Sassicaia fosse il primo, tranne uno.
La sorpresa finale? Il Sassicaia era l’altro! Questo ci fa capire come anche un vino più “modesto” possa tener testa ad uno dei migliori vini italiani. Poi però, sull’evoluzione, il Sassicaia ha battuto il Burdese, ci ha fatto capire come 150€ di differenza a bottiglia siano, a volte, “legittimi”.
A fine serata, Ciro ha deciso di offrire agli astanti una bottiglia di Giorgio Primo 2009, un altro “supertuscan” della zona “Gallo Nero” (Chianti Classico) prodotto con vitigni Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. Un vino sicuramente all’altezza degli altri.
A nome dello staff e degli altri presenti un ringraziamento a Ciro ed un arrivederci alla prossima degustazione prima dell’inizio, il 21 Ottobre prossimo, delle classiche degustazioni con la presenza dell’azienda.